Calendario 2009

Per il calendario 2009 avevamo deciso di raccogliere fotografie
precedenti agli anni ’60 riguardanti riti, usi e costumi
della nostra comunità, da raccontare, mese per mese,
su questo inserto speciale giunto alla quarta edizione. In molti
hanno risposto al messaggio di partecipazione e così, in redazione,
sono arrivate un numero notevole di fotografie, tante da
non poter essere pubblicate tutte. Il prezioso materiale, attentamente
archiviato e selezionato, in parte è proposto in questa
pubblicazione, in parte entrerà a far parte dei futuri numeri de
“Il Campanone”. Vogliamo ringraziare, quindi, coloro che hanno
messo a disposizione il loro tempo e i loro ricordi per questo
progetto.
Affrontare tematiche come i riti e le tradizioni è sempre complesso.
In questo caso lo è stato ancora di più poiché le fotografie
a disposizione riguardavano un periodo di tempo molto lungo:
dai primi del Novecento agli anni ’70. Pertanto, alla difficoltà
dell’argomento, si è aggiunta quella della sua trasformazione
nel tempo. Cosa si può dire, ad esempio, della fotografia del
mese di agosto, in cui “Le sorelle della Madonna della Vittoria”
trasportano i loro ceri? Osserviamo gli abiti monacali delle anziane
donne, i bambini, la grande partecipazione della gente
di cui si vede la presenza fino a Via Roma; sono tutti elementi
ormai scomparsi. Lo stesso gruppo di preghiera delle “sorelle”,
che per più di un secolo ha segnato i momenti più intensi
dell’anno mariano, sta cambiando volto: il numero delle partecipanti
è sempre più esiguo mentre nei rituali intervengono nuove
norme.
Indagare questa materia, inoltre, ci ha portato alla riflessione che
oggi, soprattutto rispetto al passato, il nostro paese non vanta
particolari tradizioni. In parte è una tendenza del mondo di cui
facciamo parte: pensiamo al Natale, a quanto di sacro rimane
in un rito che si festeggia più a colpi di carte di credito che in
preghiera. D’altro canto sembra una nostra particolare caratteristica:
infatti, la giovane comunità di Pescia Romana, per motivi
anagrafici, non può vantare tradizioni proprie; quella montaltese,
benché più antica, è stata ripopolata nei secoli da famiglie di
varie origini. Nel complesso possiamo dire che la popolazione
del nostro paese non riesce ad esprimere una forte identità in
quanto non possiede una tradizione culturale condivisa.
Per tutta questa serie di motivi, l’approccio ai testi è stato molto
libero: in alcuni casi ci siamo soffermati sul tema in generale, altre
volte abbiamo raccontato un rituale specifico. Molto spesso
il confronto con i “tempi moderni” è stato inevitabile. Speriamo,
in ogni modo, di aver offerto a voi lettori un prodotto di qualità
che, come sempre, possa stimolare la riflessione e stuzzicare
la memoria.